Si è appena conclusa un’altra missione, una nella quale avevamo riposto mille speranze, avallate dalle rassicurazioni dell’Ambasciata Italiana ad Ankara che per mesi ha garantito l’emissione del visto per la piccola Sham. Purtroppo le ultime elezioni in Italia e la rigidità delle autorità turche ci hanno impedito di partire con lei per farla operare al Gaslini nei tempi programmati e la strada per ottenere il lasciapassare sembra sempre più in salita.
Funziona così: i siriani rifugiati hanno un permesso di soggiorno (kimlik) temporaneo che deve essere rinnovato periodicamente e che “garantisce” loro la protezione della Turchia per motivi umanitari. Godendo di questa “protezione”, i rifugiati non possono uscire dal Paese senza l’autorizzazione del governo e del dipartimento di polizia turchi e, attualmente, la Turchia è poco incline a concedere permessi di espatrio, anche per motivi di salute (come nel caso di Sham). I rifugiati sono sempre più ostaggio di un sistema ingiusto e inaccettabile, ma non possiamo fare nulla per cambiare queste regole assurde… e non siamo nemmeno abbastanza potenti (come le multinazionali del terzo settore o le blasonate ONG…) da riuscire a convincere il burocrate di turno.
Per noi è stato come un fallimento. La telefonata ricevuta dall’Ambasciata Italiana che, due giorni prima di rientrare in Italia, ci annunciava il ritardo nella concessione dei visti per la bambina e il padre, ci ha gettati nello sconforto.
Ma poi ci ha pensato Sham a risollevare i nostri animi con i suoi sorrisi e la sua vocina dolce impegnata a chiamare i nostri nomi durante una bellissima cena siriana preparata dalla maestra Nadia. Sono bastati quegli occhi limpidi, brillanti di allegria e finalmente liberi dalla paura, a farci capire che non potevamo e non dovevamo assolutamente arrenderci. Ci siamo messi in contatto con il Dott. Boero, il chirurgo italiano che avrebbe operato la piccola a Genova, e con il Dott. Ekhtiyar, il chirurgo siriano-olandese che operò lo scorso febbraio le mani dei fratellini “avatar” e i piedi di Rama, perchè insieme curino il caso di Sham. Visto che i tempi non sono maturi per l’intervento in Italia, faremo del nostro meglio per organizzare l’operazione in una clinica privata turca, garantendo a Sham il meglio dell’assistenza.
Tutto ciò comporterà probabilmente per Joy responsabilità e costi maggiori rispetto alla gestione dell’intervento in Italia, per questo motivo la raccolta fondi procederà con altrettanta intensità, per evitare di ritrovarci scoperti a fronte di una situazione nuova e in parte imprevedibile, anche dal punto di vista economico. Sarà nostra cura tenervi aggiornati in tempo reale sui progressi di questo progetto!
Non sarà facile e ci aspettiamo di tutto da un Paese sempre più ostile nei confronti della solidarietà, ma la resistenza delle famiglie esiliate a Kilis, la tenacia degli adolescenti siriani che hanno visto e vissuto l’orrore della guerra e oggi pensano e studiano per diventare medici o insegnanti, ci riempiono di forza e di energia.
Nonostante il dispiacere, anche questa missione è stata proficua e ci ha permesso di portare aiuti a tanti rifugiati. Abbiamo visitato una trentina di famiglie distribuendo buoni spesa da 50 e 100 euro secondo le condizioni delle stesse. Abbiamo incontrato nuovi bambini disabili che potranno fare lezione con le maestre Rim, Nadia e Rania, per altri minori abbiamo attivato gli approfondimenti sullo stato di salute per prevedere eventuali terapie di supporto. Abbiamo distribuito abbigliamento, giocattoli e materiale scolastico. Grazie alla generosità di Mano Tesa, associazione partner di Marzabotto sempre presente nelle nostre missioni, abbiamo consegnato quaderni, album e colori anche agli oltre sessanta studenti di inglese.
Insomma, non siamo tornati con Sham e non abbiamo potuto realizzare il sogno di vederla in Italia, almeno per ora, ma le difficoltà, i fallimenti e le crisi servono a crescere e a diventare più forti. E noi continueremo a maturare, insieme ai nostri progetti, per il bene dei nostri bambini!
Se volete sostenerci potete farlo così:
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o tramite bonifico bancario:
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con la causale: “cammino con Joy” o “Donazione liberale” o “Donazione liberale per Sham”
o dona attraverso la raccolta fondi su “gofundme” cliccando sul link seguente:
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