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Missione di Aprile 2019

Il ritorno alla normalità dopo una missione è sempre il momento emotivamente più duro da affrontare. Non ci si abitua mai a lasciare lì quei sorrisi e quegli occhi. La forza di affrontare tutto ciò la ricaviamo dalla certezza che un giorno torneremo a concludere ciò che abbiamo iniziato. Ed iniziare ancora. Difficile avere la cognizione del tempo durante una missione. È pochissimo quello in cui uno ha la possibilità di pensare, tante sono le attività da portare avanti. Ogni missione è un capitolo a sè, ma questa volta c’è stato ulteriormente qualcosa di diverso. Abbiamo avuto la fortuna di interagire con uomini fuggiti dalla guerra e nascosti nella società che li ospita. Quasi timidamente hanno chiesto aiuto. È bastato poco per capirci; nella prossima missione saranno i nostri punti di riferimento sui luoghi.

A Kilis sapevamo cosa già cosa aspettarci. Nonostante ciò è sempre come se fosse la prima volta. Tante le famiglie ritrovate, tanti i bambini abbracciati ancora. Li troviamo cresciuti, nonostante le avversità la vita scorre, per tutti. Si ricordano di noi, perché basta un piccolo gesto per entrare nel loro cuore. Abbiamo incontrato tante persone che vivono in prima linea quella realtà.

Le sensazioni buone non mancano e probabilmente con loro costruiremo altri progetti per il bene dei nostri bambini.

La missione (la quarta all’attivo di Joy) è stata realizzata in collaborazione con il gruppo “Famiglia Ginepro” (che fa capo all’attore Christian Ginepro) che sostiene i nostri progetti al confine e con cui ormai è iniziato un bellissimo sodalizio.

Resoconto attività:

  • Abbiamo acquistato buoni spesa e confezioni maxi di merendine, cioccolatini e bricks di latte a vari gusti e, in due giorni, li abbiamo consegnati alle famiglie con molti bambini (a qualcuna più bisognosa ne abbiamo dati due) contestualmente a giochi, pelouches e vestiti;
  • Abbiamo fatto visita alla famiglia di Sara, Lina e Fatima, le tre ragazze disabili con la madre vedova ed altri 5 fratelli e consegnato loro, oltre a quanto donato alle altre famiglie, 1000 per il pagamento dei mesi di affitto da maggio 2019 a febbraio 2020 (compresi). Nell’immediato futuro stiamo prevedendo di pagare un’insegnante specializzata che possa fare lezioni a casa alle tre ragazze.
  • Abbiamo visitato un centro per feriti di guerra gestito dai nostri amici, un centro in parte alquanto degradato, che ospita una quarantina di persone, tra adolescenti e adulti, di entrambi i sessi, e dove i degenti vivono pressoché tutto il giorno allettati. Da qui essi s spostano periodicamente in ospedale, con l’ausilio due sole sgangherate sedie a rotelle e con un piccolo furgone adibito al loro trasporto, in attesa di visite, cure e operazioni chirurgiche che non arrivano mai o che arrivano solo di rado a causa dell’elevato numero di pazienti in condizioni simili, annientando così le loro aspettative di vita. Dal momento che servono una ventina per garantire un servizio quantomeno decente a tutti) all’arrivo in italia abbiamo provveduto con l’acquisto di un primo stock di 10 sedie Durante le visite alle famiglie ci é capitato di consegnare anche scarpe che ci avevano donato e di renderci conto che le madri di molti bambini le gradivano molto mentre rimanevano piuttosto dispiaciute quando non avevamo il numero giusto per i loro bimbiCosì, anche se ormai non avevamo tanto tempo a disposizione per concludere le attivitàabbiamo messo mani ai fondi ancora una volta ed acquistato 10 paia di scarpe di varie misure per consegnarle a quelle poche famiglie che ormai ci rimaneva da visitare;
  • Abbiamo visitato il nostro asilo con 50 bimbi che si é spostato in quella che doveva essere la sede del nostro progetto di centro di formazione poi rimandato. La gioia dei bimbi é stata per noi come la benzina per i motori, un carico di energia e di bellezza che non si riesce a descrivere a parole siamo stati accolti con grande rispetto da parte delle insegnanti mentre i bambini hanno ricevuto dalle nostre mani merendine, latte e giochi vari. Dopo aver giocato un po’ con loro ci siamo riuniti insieme alle maestre nella saletta privata ed abbiamo consegnato un contributo a sostegno della scuola d’infanzia.
  • Infine, abbiamo avuto la possibilità di conoscere un’altra realtà gestita da una persona con la quale siamo venuti a contatto durante questa missione. Un centro ricreativo per orfani, tantissimi bambini e adolescenti, che in questo spazio trovano momenti di svago con giochi di vario tipo. Ci hanno chiesto supporto, ho chiesto di conoscere i loro progetti e attendo di avere notizie per capire come e se possiamo essere utili.
  • Inoltre, abbiamo ritirato le nostre prime 50 Lucy, le giraffine Joy che ormai vanno a ruba nei banchetti, questa volta cucite direttamente dalle donne siriane, un modo per dar loro un motivo in più per sentirsi utili, ovvero ricevendo un compenso per la manifattura e permettendoci di ricavare fondi per i progetti dedicati in fondo a loro e ai loro figli. Ricordiamo che chiunque voglia può adottarne una o farsi carico della loro “adozione”, basta chiedere a Joy
Queste le nostre attività, siamo felici per quanto portato a termine ed iniziato allo stesso
tempo in questa importantissima missione. Torniamo a casa soddisfatti, motivati e pieni di
spunti per portare una nuova aria e nuovo sollievo a molte persone che attendono di
sentirsi vive, semplicemente di essere considerate parte di questa vita, di questo mondo.
Grazie a chi ci sostiene e a chi ci continuerà a sostenere.