LA MISSIONE DI MAGGIO 2022 E LE TANTE NOVITÀ
Si è appena conclusa una nuova missione al confine turco-siriano. Pur essendo stati frequentemente a Kilis, ogni viaggio tra i rifugiati siriani è un tesoro di esperienze ed emozioni nuove e devastanti. Questa volta abbiamo portato con noi un medico italiano, primario di ortopedia pediatrica all’ospedale Gaslini di Genova, dove ha lavorato per quarant’anni.
Silvio Boero è arrivato a Kilis con la sua sensibilità, la pazienza e l’attenzione che ha dedicato nella sua carriera a migliaia di bambini malati e che ha regalato ai piccoli esiliati bisognosi di cure.
In due giorni ha visitato decine di minori affetti da malformazioni importanti, alcuni potranno essere operati, per altri attiveremo una corretta terapia di riabilitazione.
Purtroppo, tra questi, ve ne sono alcuni per cui non potremo offrire nulla dal punto di vista medico, come la piccola Reca di cinque anni, destinata a vivere questo suo passaggio sulla terra senza godere della salute che merita ogni bambino. Ma Joy non lascerà nessuno da solo, nè Reca nè gli altri, per ciascuno attiverà un progetto di assistenza, perché anche la vita più disgraziata sia attraversata dalla luce della solidarietà e dell’amore.
Ora, carichi di energia, siamo già al lavoro per dare continuità ai progetti di Joy.
Abbiamo fatto partire la macchina organizzativa per portare Sham, di 6 anni, in Italia perché venga operata dallo stesso Dott. Boero non appena possibile. Sham è uno dei casi più urgenti perché le deformazioni agli arti inferiori di cui è affetta peggiorano giorno per giorno e vogliamo assolutamente evitare che trascorra gli anni che avrà da vivere su un lacero materasso di Kilis, come Reca.
Poi c’è Muhammad Swaid, un ragazzino di 15 anni malato di talassemia che per ora vive di trasfusioni, quando riesce a riceverle, ma che ha bisogno urgente di un trapianto e per il quale ci stiamo attivando in Italia, sempre grazie al supporto del Dott. Boero.
In ogni casa di Kilis si nasconde un mondo di dolore, troppo spesso legato alle malattie genetiche dei figli che, oltre a sopportare la miseria causata dalla guerra, devono subire anche gli effetti di una cultura controversa che consente gli accoppiamenti tra consanguinei. La prima domanda che rivolgiamo, infatti, ai genitori è “siete parenti?” e la risposta è quasi sempre “cugini”. Alla consapevole impotenza di non poter cambiare le cose, si aggiunge la rabbia di assistere all’accanimento del destino su una povera creatura innocente. Non è facile scacciare la malinconia e la tristezza, una volta a casa. L’unico rimedio al senso di vuoto che ci lascia il ritorno è lavorare, lavorare, lavorare per portare un briciolo di gioia nella vita di quei bambini!
E poi arriva il momento più difficile.
“Che non è quando entri in una stanza piena di malati o feriti; non è quando una mamma ti confessa, allontanandosi dai figli, che non le è rimasto niente da dare in pegno; non è nemmeno quando sulla stufa bolle un misero tegame di minestra per una famiglia con decine di bambini. Il momento più duro è quello dei saluti.
Loro ti guardano andare via e tu lasci in ogni finestra, su ogni porta, in ogni abbraccio una scheggia del tuo cuore. Ti sorridono con comprensione, quasi a convincerti che non è colpa tua se puoi tornare, mentre loro non hanno nemmeno il diritto di restare. Scatti una fotografia dietro l’altra non per documentare gli attimi strazianti della partenza, ma perchè hai bisogno di imprimere ovunque quei visi, quelle anime stropicciate eppure splendide, per riuscire a tollerare il vuoto che si spalanca salendo sull’auto che ti porterà via. Le emozioni che hai vissuto tra la gente di Siria sono diventate la tua colonna vertebrale, ti fanno stare saldo in mezzo alle onde della vita che, ora, non ti spaventa più. Esiste un prima e un dopo al confine, anche per te. Perchè sono qui? Qual è il senso della mia vita? Cosa fare di questo tempo che mi è stato donato?
La bellezza ritrovata tra i rifugiati siriani ha riempito di risposte ogni smarrimento. La bellezza che vince la paura e la morte.“
(da “La bellezza ritrovata. Voci e colori dal confine del mondo”)
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Seneca |